Geras Adéle - La famiglia Fantora by Geras Adéle

Geras Adéle - La famiglia Fantora by Geras Adéle

autore:Geras Adéle [Geras Adéle]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-04-29T10:33:28+00:00


forno che si apriva e si chiudeva per conto suo; i cucchiai che uscivano danzando dai cassetti, non appena ce n’era bisogno), ma, ben presto, gli occhi cominciarono a dolermi.

Troppo veloce, non riuscivo a star dietro a quel ritmo. Chiusi gli occhi per un momento e, quando li riaprii, glassa bianca e ghirlande di rose di zucchero, bianche e rosa, stavano rico-prendo, a tutta velocità, tre diversi strati di pan di Spagna.

Rosie si era alzata in piedi.

«Avevo due sposi in miniatura, da qualche parte» disse, frugando in un cassetto. Nel frattempo, gli strati di torta nu-ziale, decorati di glassa e fiori, stavano sistemandosi su vassoi d’argento e disponendosi uno sopra l’altro (il più grande alla base, il più piccolo in cima).

«Eccoli qui» disse Rosie, girandosi a guardare il dolce sul tavolo della cucina. Mise i due sposini sullo strato più alto e indietreggiò.

«Non male, eh, Ozzy?» mi chiese. Il ronzio era cessato, lasciandomi una buffa sensazione di vuoto nella testa.

Espressi la mia ammirazione facendo le fusa. Eravamo en-trambi così estasiati, che nessuno dei due vide entrare Eddie.

«Ciao, amore» disse a Rosie. «Dove sono tutti? Cosa c’è di buono per pranzo?»

«Dovrai farti un panino, caro» disse Rosie. «In tutta la mattina non ho avuto neanche un minuto per pensare al pranzo.» Era la verità e non giustificava certo la reazione di Eddie. Il suo volto divenne prima bianco, poi rosso fuoco. Corse a sedersi sulla sedia più vicina.

«Cosa c’è?» disse Rosie, con una certa preoccupazione.

«Te lo preparo io il panino, se temi di non riuscirci.»

«No, non è questo» disse Eddie. «Sono i fiori per il bouquet. Me ne sono completamente dimenticato. Abbiamo dovuto correre tutta la mattina, al negozio; non ho avuto neanche un minuto libero, letteralmente. Santo cielo, che cosa posso fare?»

«Adesso è l’una. Hai circa un’ora e mezza. Ti preparerò un panino, mentre tu ti metti all’opera. Ci sono vasi vuoti, nella serra?»

Eddie scosse la testa tristemente. «E tutto stipato» disse.

«Sto coltivando ogni specie di pianta, ma nessun fiore da taglio.»

Rosie sospirò. «Va bene, si tratta di un’emergenza. Usa la vasca da bagno, il lavello qui in cucina e quello in lavanderia. Se te ne serve un altro, dovrai andare di sopra e usare quello di Filomena, anche se dubito che ne sarà felice.»

«No, no, tre basteranno. Uno per i tulipani, uno per le giunchiglie, uno per i narcisi. Pensi che sarà sufficiente?»

«Può già ritenersi più che fortunata. Dai, comincia; fra un minuto ti porto il panino.»

«Su, Ozzy» disse Eddie. «Vieni con me. Sai che al mondo ci sono persone che di sabato si riposano e basta ? Non è incredibile? Io no, però. Solo straordinari, per me.»

Un’ora più tardi i fiori erano pronti da cogliere. Eddie aveva messo cinque centimetri del suo Composto Miracoloso sul fondo della vasca da bagno, che adesso era stracolma di giunchiglie. Nel lavello della cucina tulipani rossi, gialli e rosa stavano ritti fianco a fianco, come un reggimento di soldati. La lavanderia profumava di narcisi.

«Ma Eddie» sospirò Rosie «c’era bisogno di farne così tanti? Volevamo un unico bouquet per un’unica sposa.



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